Sperimentazione, ascolto, immersione
Roboante è un gruppo informale impegnato, dal 2021, nella ricerca di nuove possibilità espressive per rendere la cultura un bene accessibile a tutte le persone.
Chi è Roboante?
Roboante prende forma nel 2021 dall’incontro di corpi e menti creative che si muovono sul territorio di Bergamo e della sua Provincia.
Siamo un collettivo i cui valori si radicano profondamente nel tentativo di rendere la cultura un bene accessibile a tutte le persone. Crediamo nella cultura come bene condiviso.
Siamo un processo che cerca di smuovere gli animi di chi incontra, creando un nuovo approccio fatto di stupore e curiosità di fronte al diverso, all’insolito e al roboante.
Da dove deriva la scelta del nome 'roboante'?
Roboante è la diffusa variante non corretta del termine reboante: fortemente rimbombante, dotato di profonda risonanza. Spesso si definisce roboante ciò che è altisonante, ampolloso ma senza alcuna sostanza.
Usando la variante “scorretta” della parola vogliamo rovesciarne l’accezione, tornando a riempirla di un significato che si coniuga con l’esplosività e l’altisonanza della forma.
Perché essere un gruppo informale?
La scelta di mantenerci informali, almeno per il momento, è una scelta pratica legata anche alla vita personale delle persone del collettivo. Preferiamo fare poco e bene, invece che disperdere le nostre energie in progetti ampi e costringenti.
Da un lato sicuramente si tratta di una scelta di libertà, dall’altro, se crescessimo e avessimo più tempo a disposizione, prenderemmo in considerazione l’idea di organizzarci e strutturarci, anche burocraticamente.
Restando un gruppo informale la difficoltà maggiore è quella di trovare spazi di finanziamento e quindi di gestire i progetti a cui vogliamo aderire o portare avanti.
Come si sta evolvendo Roboante?
Roboante in questi anni è in continua esplorazione di nuove e innovative possibilità espressive. La mancanza di obiettivi rigidamente definiti ci consente di operare in un contesto “fluido”, alimentandoci direttamente dalle nostre esperienze personali e di gruppo.
Al momento ci immaginiamo, nei prossimi mesi e nel prossimo anno, di approfondire ciò che abbiamo finora perseguito, ovvero l’esperienza nel mondo delle fanzine e l’avventura nell’ambito della sperimentazione teatrale.
Cosa è riuscito a fare Roboante ad oggi?
Difficile riassumere le azioni di Roboante. Fanzine, allenamento alla creatività, teatro e ritratti emotivi artistici. Vuoi sapere di più?
Cosa vorreste fare in futuro?
Il nostro primo desiderio è quello di condividere momenti significativi insieme, nutrendoci dell’esperienza collettiva, mentre continuiamo a crescere e sperimentare.
Vogliamo investire nella formazione, concentrandoci sull’accessibilità culturale, e desideriamo entrare in contatto con persone che questo mondo lo vivono costantemente, costruendo solidi legami e scambi con loro.
Progetti in cantiere che vorreste condividere?
La seconda edizione della fanzine che avrà una nuova forma e nuove visioni.
Ci piacerebbe portare avanti la realizzazione di un documentario legato all’esperienza di RoboArte On Stage assieme a Greta Mauri, regista che si è occupata di realizzare il cortometraggio per testimoniare la nostra esperienza teatrale.
Un momento difficile legato a Roboante?
L’anno scorso, quando il nostro gruppo vacillava perché eravamo confuse e poco allineate le une alle altre.
Tante persone sono passate e tante sono andate.
Ora il nostro gruppo è formato, con le sue dinamiche. Ora vogliamo continuare a conoscerci e ascoltarci reciprocamente.
Un ricordo positivo?
Quando abbiamo scoperto che al workshop curato da Camilla e Giuseppe c’erano persone che arrivavano da molto lontano. Eravamo molto fiere.
L’abbraccio di gruppo e le risate al termine della prova aperta di RoboArte, in uno spazio nuovo e davanti ad un pubblico.
Progetto curatoriale di Eleonora Reffo e Maddalena Sbrissa
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